Il Centro Nazionale avvia un programma di formazione sul Trasferimento Tecnologico per connettere ricerca e impatto sul mercato

23 settembre 2025, Padova – Il Centro Nazionale ha avviato la prima di due iniziative di formazione specializzate, concepite per rafforzare la capacità di tradurre la ricerca scientifica in innovazioni concrete con applicazioni reali. L’iniziativa sottolinea l’impegno del Centro nel considerare il trasferimento tecnologico come leva strategica per valorizzare la ricerca e generare risultati misurabili in termini di innovazione e imprenditorialità.

La giornata si è aperta con l’intervento del Professor Rosario Rizzuto, Presidente della Fondazione Centro Nazionale, che ha evidenziato l’importanza dell’avanzamento dei Technology Readiness Levels (TRLs). Ha presentato la formazione come un’opportunità per condividere progetti in modo interattivo e confrontarsi direttamente con dei leader nel campo del technology transfer: Professor Stefano Cosma, Professor Vincenzo Capizzi e Marco Baccanti.

L’evento si è svolto presso il complesso didattico di Biologia e Biomedicina “Il Fiore di Botta” dell’Università di Padova, riunendo ricercatori, professionisti del settore e rappresentanti del mondo accademico. L’iniziativa è promossa dal Comitato Tecnico-Finanziario del Centro, che svolge un ruolo cruciale nella definizione delle metriche di investimento (KPI), nella pianificazione dei finanziamenti successivi per le startup e nell’individuazione di opportunità di co-investimento per accelerare la crescita lungo il percorso dalla ricerca al mercato.

Creare ponti tra ricerca e investimento

L’attività formativa è stata progettata per fornire a ricercatori e professionisti gli strumenti per dialogare in modo efficace con potenziali finanziatori, favorendo sinergie strategiche tra attori pubblici e privati. Queste interazioni sono considerate fondamentali per garantire la sostenibilità e la competitività dell’innovazione basata sulla ricerca, in Italia e a livello internazionale.

Prof Stefano Cosma
Prof Vincenzo Capizzi, Prof Stefano Cosma e Marco Baccanti

La formazione è stata condotta da tre esperti di primo piano nel campo della finanza e dell’innovazione:

  • Professor Stefano Cosma – Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Economia Marco Biagi, con specializzazione in banche e finanza digitale, finanza sostenibile e finanza per la crescita. Ha offerto ai partecipanti una prospettiva strategica su come gli strumenti finanziari possono liberare il potenziale dell’innovazione generata dalla ricerca.
  • Professor Vincenzo Capizzi, Ph.D. – Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università del Piemonte Orientale, Editor-in-Chief delle riviste Venture Capital e Journal of Financial Markets, Institutions and Money, nonché Delegato del Rettore per il Piano Strategico e il Fundraising. La sua esperienza spazia dal venture capital alle strategie di raccolta fondi, fino alle dinamiche di investimento che guidano la crescita delle imprese innovative.
  • Marco Baccanti – Managing Director della Foundation for Innovation & Technology Transfer (FITT), già Managing Director di Fondazione Enea Tech and Biomedical, con una lunga esperienza alla guida di organizzazioni internazionali nel settore delle scienze della vita in Europa, Emirati Arabi Uniti e Australia.

Insieme hanno accompagnato i partecipanti in un percorso articolato, affrontando temi centrali come i fabbisogni finanziari dell’innovazione biomedica, le strategie per comunicare il valore imprenditoriale dei risultati scientifici, la valutazione del potenziale di mercato e dei vantaggi competitivi, e la costruzione di team a vocazione imprenditoriale. Ampio spazio è stato dedicato anche alle dinamiche dell’ecosistema startup, ai processi decisionali degli investitori, agli aspetti economico-finanziari della raccolta fondi e all’importanza delle Soft Skills per un pitch efficace.

Un punto di riflessione fondamentale è stato il riconoscimento che molti ricercatori, pur eccellendo nella loro disciplina, possono non avere un background imprenditoriale per avviare e far crescere una startup. È quindi cruciale comprendere cosa cercano gli investitori in un Business Plan: la scalabilità del prodotto, il potenziale di crescita, l’attenzione all’utente finale e un modello di delivery sostenibile.

Gli esperti hanno inoltre illustrato le diverse fasi dello sviluppo di un farmaco, i costi crescenti ad ogni stadio e i sistemi regolatori volti a garantire la sicurezza. È stato sottolineato come la crescita della ricerca stimoli direttamente la crescita delle startup, attirando un numero crescente di investitori. Tuttavia, il percorso rimane complesso: nella cosiddetta “Valleys of Death” dell’innovazione, circa l’85% delle startup fallisce, mentre il 15% che ha successo compensa ampiamente le perdite.

In questo contesto, i relatori hanno invitato i partecipanti ad adottare la prospettiva degli investitori, ricordando l’importanza del “Patient Capital”, dato che i ritorni negli ambiti biomedici possono richiedere dai 15 ai 20 anni.

Sono state inoltre illustrate le differenze tra venture capital, corporate capital, hedge funds, crowdfunding, angel investors, insieme ai passaggi chiave di Pitch, Business Plan e Due Diligence. È stata ribadita la rilevanza delle Soft Skills: problem solving, trasparenza, realismo, capacità di negoziazione, public speech, originalità, networking e gestione del rischio.

Il Business Plan è stato descritto nei suoi elementi essenziali: team, business idea, analisi di mercato, governance e piano finanziario. I relatori hanno concluso sottolineando che non esiste un percorso unico o un modello rigido per costruire una startup: ciò che gli investitori cercano sono obiettivi concreti, passione, impegno e capacità di adattamento, oltre al prodotto stesso.

Prof Vincenzo Capizzi

Un’iniziativa in due città

Questa attività formativa segna l’inizio di un percorso più ampio, volto a supportare i ricercatori nella trasformazione del proprio lavoro di ricerca in progetti pronti ad attrarre investimenti. La seconda sessione si terrà il 1° ottobre presso la PharmaTech Academy di Napoli, ampliando così la portata dell’iniziativa anche al Sud Italia.

Coniugando eccellenza scientifica e preparazione all’investimento, il Centro Nazionale conferma il proprio ruolo di catalizzatore dell’innovazione, garantendo che la ricerca finanziata con risorse pubbliche produca risultati concreti con un impatto sociale ed economico.

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